
Ancora una
volta in una realtà produttiva del nostro territorio, prevale la logica
distruttiva del frazionamento della produzione, del “ridurre i costi” senza
prospettive future, dello
“scaricabarile” delle perdite, fra segmenti della stessa filiera produttiva e
sui dipendenti.
Ancora una
volta la politica dimostra di esser intervenuta tardi e male, favorendo un
concordato “senza garanzie” per la tutela dell’occupazione e senza certezze per
il futuro dell’intera filiera del camper.
Ancora una
volta ci preme sottolineare che:
1) Sarebbe esistita un’alternativa “a
breve” per evitare i licenziamenti, e cioè la possibilità di utilizzare i
contratti di solidarietà;
2) A lungo termine sarebbe possibile e
necessario un intervento della politica volto ad “unire le forze produttive”, cercare di consorziare i produttori di camper
rimasti con l’indotto, nonché facilitare
l’accesso al credito (tramite Fiditoscana ecc.) molto prima che una realtà
produttiva si trovi con l’acqua alla gola;
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