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domenica 30 dicembre 2012

LETTERA DEL SEGRETARIO NAZIONALE, PAOLO FERRERO

Cari compagni e compagne,

vi scrivo nel giorno in cui Ingroia ha sciolto le riserve sulla sua candidatura e si è ufficialmente candidato a presidente del consiglio per una lista che si chiama rivoluzione civile. Si tratta di un risultato positivo in se perché vuol dire che alle prossime elezioni vi sarà una lista a sinistra della coalizione de democratici e progressisti, su posizioni chiaramente antiliberiste e antimontiane. La possibilità di portare in parlamento una delegazione di coloro che in questi anni – partiti, associazioni e comitati - si sono battuti contro le politiche liberiste - e negli ultimi mesi con le politiche di Monti – è oggi alla portata di mano e si tratta di un risultato di grande portata. Noi pensiamo che questo sia il punto fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato – occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.

A questo percorso abbiamo lavorato da mesi, all’interno del percorso aperto dall’appello cambiare si può e - da quando Ingroia ha fatto il suo appello - anche con le forze che si sono raccolte attorno a io ci sto, lavorando per unificare questi due percorsi.

In particolare abbiamo posto il tema della collocazione politica, chiedendo di sciogliere ogni ambiguità nel rapporto con il pd, cosa puntualmente avvenuta anche nella conferenza stampa di Ingroia di stamattina. In secondo luogo abbiamo chiesto ed ottenuto - rispetto al primo programma presentato da Ingroia - che vi fossero inseriti con assoluta chiarezza il no alle grandi opere a partire dalla TAV, il no al fiscal compact ed in generale una decisa messa al centro delle questioni sociali e del lavoro. In pratica una qualificazione chiara in senso antiliberista della lista stessa. Questo è avvenuto e quindi il problema della collocazione e del programma della lista si è risolto positivamente nella direzione da noi auspicata.

Per quanto riguarda il simbolo, trattandosi di una lista di coazione non contiene alcun simbolo di partito ma – per quanto ci riguarda – ha una chiaro riferimento al movimento operaio nella riproduzione del “quarto stato” in rosso nella parte bassa del simbolo. La scritta Ingroia al centro del simbolo – che certo è al di fuori della nostra tradizione e cultura politica - si rende necessaria dati i tempi strettissimi che abbiamo per far conoscere il simbolo a qualche decina di milioni di persone e quindi conseguire il risultato. In ogni caso noi faremo propaganda come Rifondazione Comunista invitando a votare la lista “rivoluzione civile”.

Per quanto riguarda la candidatura del sottoscritto – che come sapete non avevo mai posto come questione dirimente, in quanto consideravo la costruzione della lista il punto principalissimo e centrale a cui sacrificare ogni altra considerazione - la scelta di Ingroia è quella di avere la candidatura dei segretari di partito come riconoscimento del passo indietro fatto attraverso la non presentazione dei simboli in campagna elettorale. Proprio sulla questione della candidatura dei segretari di partito la delegazione nominata dall’assemblea nazionale di cambiare si può (Revelli, Pepino e Sasso) ha marcato un dissenso molto forte che adesso viene posto in votazione all’interno della rete di cambiare si può.

Nei prossimi giorni proseguiranno quindi gli incontri e nel CPN del 5 decideremo in via definitiva su tutte le materie riguardanti queste prossime elezioni.

Credo che abbiamo fatto un decisivo passo nella direzione giusta che stiamo perseguendo da mesi: Occorre continuare a lavorare per allargare le forze che concorrono alla lista a partire dall’obiettivo del pieno coinvolgimento di “Cambiare si può”.

Un caro saluto

Paolo Ferrero

sabato 29 dicembre 2012

CONTRO LE RICETTE LIBERISTE RIFONDAZIONE SOSTIENE IL “QUARTO POLO” DI INGROIA.


PD-PDL-UDC : per le prossime elezioni politiche, fissate per il 24 febbraio,  ambiscono ad essere i veri eredi delle ricette “recessive” montiane.
Berlusconi finge di criticare l’operato del governo –IMU in primis- ma ha votato tutte le controriforme montiane e farebbe volentieri un passo indietro sulla propria candidatura nel caso in cui Monti guidasse la destra.
Bersani dichiara che una volta eletto premier seguirà l’ agenda Monti con qualcosa in più (?). Nel frattempo auspica una alleanza con il terzo polo.
Casini –il più fedele ultras montiano- desidera ardentemente l’attuale premier a capo di un grande centro.
Monti da canto suo, se in un primo momento diceva che il suo compito si era ormai esaurito, oggi non esclude che –se voluto da una larga maggioranza di forze- potrebbe assumersi nuovamente la responsabilità dell’esecutivo.
Tutti insomma, al di là del teatrino politichese “made in Italy”, contribuiranno a dare continuità alle stesse ricette che da anni  aggravano la crisi,  anzichè superarla.
In questo contesto i Comunisti ritengono necessaria la propria collocazione elettorale  fuori dal recinto liberista a sostegno di una lista indipendente e  soprattutto alternativa a PD, centristi, PdL...
 Per questo sosterremo la candidatura di Antonio  Ingroia come premier per il quarto polo antiliberista e la lista unitaria “rivoluzione civile” di tutte le forze che da sinistra si oppongono all’”agenda Monti”, a partire dai 10 punti programmatici definiti dal manifesto “cambiare si può”.

mercoledì 19 dicembre 2012

Quando gli stati salvano le banche (di Chiara Filoni)

pubblicata da Attac Italia il giorno Mercoledì 19 dicembre 2012 alle ore 9.57 ·







Lunedì scorso sono arrivati i primi 3,9 miliardi di euro da parte del Tesoro Italiano con destinazione Monte dei Paschi di Siena, approvati dalla Commissione Europea in cambio di un piano di ristrutturazione del debito. Questo prestito, si legge nella nota della Commissione, consentirà alla banca di conformarsi alle raccomandazioni dell'autorità bancaria europea (Eba) e costituirà una riserva supplementare temporanea di patrimonio per contrastare la sua esposizione al rischio di debito sovrano.
Galeotta fu la nascente Unione bancaria europea di qualche giorno fa tra i 27 ministri economici dell'Unione, a favore di un piano di ricapitalizzazione (propagandisticamente meglio definita come “vigilanza bancaria”) da parte della BCE per quelle banche con un patrimonio superiore ai 30 miliardi di euro (per il resto delle banche, l'accordo prevede saranno gli stati nazionali a provvedere).
Spiacente, si fa per dire, per tutti coloro che credevano che in Italia non ci sarebbero stati salvataggi bancari grazie alla indubitabile stabilità di cui gli istituti finanziari si supponeva godessero.
Ecco appunto, perché di salvataggio si parla nel caso della Mps. Che tra l'altro, come anticipato da Standard & Poor's il 6 dicembre, potrebbe non essere sufficiente per impedire comunque un deterioramento in materia di capitale della banca, la quale, è bene sottolineare, era stata classificata dall'agenzia nella categoria “speculativa”.
A detta dei ministri comunque la decisione dell'unione bancaria sarà un passo fondamentale per la sicurezza dei depositi bancari, ma nulla nell'accordo si dice per esempio a proposito di ciò che Chesnais definisce come la socializzazione delle perdite, ovvero il fatto che milioni di cittadini stiano pagando i debiti che in realtà sono le banche ad aver accumulato.
Crediamo veramente che le banche europee, anche quelle italiane, non abbiano nulla a che vedere con la crisi del debito?
E' un fatto che esse si siano fatte impigliare, non certo ingenuamente, dalla crisi immobiliare e bancaria negli Stati Uniti. Meno evidente è sbrogliare la matassa del cosiddetto sistema ombra che le stesse banche (insieme ai fondi e società di investimento ecc.) hanno creato indebitandosi attraverso l'investimento in prodotti derivati, che non risultano nei loro bilanci contabili. Ora, quando queste attività subiscono, come hanno subito, delle perdite, ciò si ripercuote su tutto il sistema bancario.
Secondo il Rapporto del Consiglio di Stabilità Finanziaria (organo creato dal G20) dello scorso novembre infatti, il peso del cosiddetto shadow banking system per i 25 paesi che possiedono il 90% degli attivi finanziari mondiali è di 67.000 miliardi di dollari, ovvero la metà degli attivi totali delle banche e circa l'equivalente della somma del Pil di tutti i paesi del mondo. E' un altro fatto che questa cifra sfugge e probabilmente sfuggirà a qualsiasi regolamentazione e unione bancaria europea.
Infine, contrariamente a ciò che si crede, ciò che minaccia le banche non è e non sarà un default di pagamento da parte degli stati per una ragione molto semplice: ciò che minaccia le banche dal 2007 ad oggi è la montagna di debiti privati (molto più alti di quelli pubblici) accumulati grazie alla deregolamentazione bancaria creata a partire dagli anni '70 e implementata dagli anni '90. A riprova di ciò il fatto che nessun fallimento bancario a partire dal 2007 è stato causato da un default di pagamento sovrano.
La domanda è ora, vogliamo davvero seguire l'esempio della franco-belga Dexia, della spagnola Bankia e degli Stati Uniti in primis, trasformando il debito privato in pubblico, o vogliamo finalmente denunciare questi fatti, rimettendo in campo la questione non più procrastinabile della necessità di una nuova finanza pubblica.

sabato 15 dicembre 2012

Pigs! La crisi spiegata a tutti.

Ci dipingono la crisi come un fenomeno naturale.E, come cura, ci propongono le ricette che ne sono all' origine: il neoliberismo. Tutto questo produce sofferenze tanto drammatiche quanto inutili, perchè la loro ricetta non funziona e aggrava la crisi. Tutto questo possono farlo perchè le persone, anche quelle informate, non capiscono nulla di economia e finanza. 
Così la nostra vita, il nostro futuro e quello dei nostri figli vengono lasciate nelle mani di "tecnici" e apprendisti stregoni che si comportano come i medici medioevali: sostenendo di curare la malattia, uccidono il paziente. Questo libro prova, con un linguaggio elementare, senza usare termini incomprensibili, a spiegare cosa ci sta succedendo davvero: le origini della crisi, le balle che ci raccontano, come fare a uscirne.
E' un libro che confida nella razionalità degli umani, nel fatto che dalla comprensione della realtà possa scaturire una coscienza, e quindi un comportamento diverso. E' un libro che confida nel fatto che gli schemi del gioco delle squadre di calcio siano più complicati dell' economia. Se tutti discutono con competenza dei primi, potranno capire anche la seconda. Ed evitare di delegare a "tecnici" venduti la gestione della loro vita.

Presso la libreria Il mondo dei libri a Poggibonsi si è tenuto, in data 14 dicembre, un incontro con il segretario del partito della Rifondazione Comunista Paolo Ferrero per la presentazione del suo ultimo libro " Pigs! La crisi spiegata a tutti  ".

Qui potrete vedere l' intervento di Paolo Ferrero.


lunedì 10 dicembre 2012

Intervista a Paolo Ferrero su Radio 3 Network FM 91.7

Oggi pomeriggio su Radio 3 Network (FM 91.7 in Toscana Centrale) è andata in onda l'intervista a Paolo Ferrero che ha parlato del suo Libro "PIGS! La crisi spiegata a tutti".

Ecco l'audio dell'intervista
Paolo Ferrero su Pigs! La crisi spiegata a tutti by user15152516
Vi ricordiamo l'appuntamento di Venerdì 14 Dicembre alle 21.30 presso la libreria Il Mondo dei Libri in via Sardelli 23-27 a Poggibonsi (SI). Paolo Ferrero sarà presente e disponibile per le vostre domande.

martedì 4 dicembre 2012

Paolo Ferrero a Poggibonsi

Venerdi 14 dicembre  Paolo Ferrero  alla libreria Il mondo dei libri in via Sardelli 23 a Poggibonsi presenterà il suo ultimo libro: Pigs! La crisi spiegta a tutti.



La crisi non è nata dal nulla, è figlia legittima delle politiche neo liberiste perseguite nell’ ultimi 30 anni.



Le tre riforme strutturali  (fiscal compact, spending review, pareggio di bilancio)  non aiuteranno a  uscire dalla crisi, al contrario faranno si che si avviti su se stessa portando l’ economia in recessione.  

Noi pensiamo che occorra mettere in discussione  queste scelte avvallate  dalla maggioranza (PD-PDL-UDC) . 

In Italia manca una vera opposizione che sappia dare spinta a politiche progressiste. Parliamone e costruiamo insieme l’ alternativa  dal basso sinistra.